CLOTH DOLLMAKING E SOFT MODELING
Progetto bambole di stoffa per divertimento, con una particolare propensione per il realismo e vorrei che il patrimonio di conoscenze che ho accumulato in anni di esperienza non andasse perduto, così ho scritto un quaderno d’appunti in cui ho raccolto curiosità, segreti, consigli, tutorials e patterns, riguardanti questa branca del cucito artistico.
Non è vero che è facile fare le bambole di pezza, bisogna avere rudimenti di mestieri vari: taglio, cucito, ricamo, uncinetto, pittura, scultura, beading, macramè, trucco e parrucco … ogni vena artistoide che è in voi può trovare modo di esprimersi in una soft doll ma chi non ha mai visto un ago avrà bisogno di un supporto esterno. Però un tutorial sul doll making è divertente anche solo da leggere e poi se ce l’ho fatta io, che tutto sono fuorché un artista o un artigiano, ce la può fare chiunque perché tanto nel doll making, al di fuori di alcune linee guida, non esistono regole fisse ma solo divertimento e creatività!
Perciò ognuno si senta libero di sperimentare materiali, tecniche e strategie svilupando un approccio personale col cloth doll making, solo così voi farete la “vostra” bambola di pezza. Alla fine la vostra creazione sarà un po’ sbilenca, bella se non fosse per quella nota stonata qua e là… ma la sentirete quasi umana, molto più calda dei prodotti di serie e per questo di lei non ci si può stancare, perchè una bambola manufatta non si può emulare: è un individuo, One Of A Kind!
LA FILOSOFIA DELLE BAMBOLE DI STOFFA
Lo sapete perché fare le bambole di pezza non è solo un passatempo? Perché è il modo migliore per riciclare un sacco di cose dimenticate in un una scatola ingombrante e ridare così utilità a vecchi scampoli, corredini da bebè, fili elettrici, mezzi gomitoli, bigiotteria vintage, l’ovatta di un giocatissimo pelouche, fazzoletti strappati, ritagli di biancheria della nonna e merceria varia; più o meno è così che dalle mani premurose di una madre dell’antico Egitto è nata la prima bambola di pezza. Fare le bambole di pezza da sempre è un modo per riciclare brandelli di tante cose e per sempre insegnerà ai bambini a rispettare l’ambiente ed anche il portafoglio e, se non avete bambini (o anziani) desiderosi di giocarci, la userete per arredare un angolo triste della vostra casa con un oggetto sempre al passo con i tempi e prezioso per la sua originalità.
Il segreto di un buon risultato? Ovvio: la passione! Il peggior nemico? La fretta! trasformare un pezzo di stoffa in un personaggio insegna anche a riappropriarsi di quel paradiso perduto che è la pazienza.
CLOTH, RAG, SOFT DOLL
Io, le bambole di stoffa, le classifico così: anzitutto distinguo le bambole per piccini o “Play Dolls”, da giocare ma non solo, dalle bambole per grandi o “Art Dolls”, da guardare ma non solo.
La bambola di pezza, che può avere una struttura semplicissima ma di grande effetto, come quella di Raggedy, Primitives e Country che spopolano nell’America latina, diventa tridimensionale quando, con vari metodi più o meno sofisticati (soft modeling e needle sculpting), la silhouette viene arricchita di particolari, di un profilo, di rotondità.
Il bambolotto acquisisce via via forme realistiche o fantastiche, arrotondate o filiformi, fino ad arrivare a vere e proprie opere d’arte (soft sculpture) con scheletro metallico e fasce muscolari di ovatta o addirittura automi con microchip per i movimenti. Dalla bambola da gioco si passa alla bambola ornamentale, dalla tradizione artigianale o casalinga alla creazione dell’ingegno e non sempre è chiaro dove finisca il classico balocco per fanciulli ed incominci la bambola come forma d’arte creativa.
La bambola di stoffa può essere snodata alle articolazioni ed assumere pose plastiche, oppure è concepita per avere una postura fissa, per essere un accessorio decorativo come la bambola da boudoir. A volte la bambola è ridotta ad un supporto essenziale dell’abito e del make up che è un piccolo ritratto e l’opera creativa si incentra tutta sulla sua costumizzazione, un esempio cult sono le Kouklitas, si passa dal fare “cloth doll” al “doll cloth” making.
Chi si chiede a cosa serva curare faticosamente il realismo di una cloth doll che non è adatta al gioco ma non ha nemmeno dignità di scultura probabilmente non sa che sensazione si prova a tenere fra le mani una di queste tenere creature, una giacca in miniatura, una scarpetta, mentre la prendi per mano per un attimo sembra viva… e dopo aver faticato tanto attorno ad un lembo di stoffa ecco finalmente il primo sguardo della vostra pupa, alla mastro Geppetto si lavora per giorni solo per cogliere l’attimo in cui vedere l’imprevedibile risultato finale, proprio come per un essere che vive di vita propria.
E poi abbiamo figure umane (uomo, donna, bambino, anziano) e figure mitologiche (sirene, gnomi, ippogrifi, draghi umanizzati), il realismo è una grande sfida, ma anche sproporzionare con grazia una creatura di fantasia è una bella lotta! La sproporzione dev'essere spiritosa, l'insieme aggraziato: la scultura di pezza sarà la parodia delle statuine di porcellana non l'imitazione, per niente drammatica o seria!. Ogni bambolaia si specializza in un filone, non si può fare tutto e farlo bene…
http://www.blueherondolls.com/Hoffman%20Challenge.htm
Nelle prossime pagine inserisco una panoramica sulle varie tipologie di cloth doll corredata da illustrazioni fotografiche riprese senza lightbox, posterboard e ritocchi, che raffigurano quanto può realizzare con un po’ di buona volontà qualunque mano di hobbista.
http://gentedipezza.altervista.org/gentedipezza.html
- I pupazzi nelle foto sovrastanti sono realizzati dalla sottoscritta su progetto altrui-
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